Tante volte i bambini della sezione di cinque anni hanno sentito parlare della nostra nazione Italia e di come, negli anni, tanti uomini si siano battuti, anche sacrificando la propria vita, per vederla unita e libera.
L’uscita didattica presso il Carcere Borbonico di Avellino, dello scorso 10 aprile, ha dato loro modo di
fare esperienza diretta di quanto raccontato dalle maestre. La competenza e la simpatia del personale hanno reso l’esperienza indimenticabile: i bambini sono stati accompagnati presso il museo a vedere antichi manoscritti e cartine, facendo domande e lasciandosi incuriosire dai colori sbiaditi dei preziosi fogli.
Hanno visitato l’antico carcere, entrando nelle celle e curiosando tra gli ambienti, affascinati dai tanti schermi che si accendevano al loro passaggio e che mostravano le bellezze della nostra terra avellinese.
Tutti hanno salutato con enorme euforia il famoso lupo irpino, apparso, a sorpresa, in un monitor tra i cespugli.
Dopo una gustosa merenda, consumata all’aria aperta, i bambini si sono trasformati in abili vasai plasmando un panetto di argilla con la tecnica del colombino che consiste nel dare forma a cordoni, detti proprio colombini. Questo materiale plastico, non è facile da usare perché è sensibile alla temperatura, eppure, con abile maestria e con l’attenta guida delle operatrici del museo, hanno realizzato un particolare vasetto che hanno portato a casa.
La mattinata trascorsa presso il Carcere Borbonico è stata ricca di numerosi stimoli, tali da far emergere, sin da subito, nei piccoli visitatori, domande sui luoghi, sugli strumenti multimediali, sulla storia del nostro paese. La loro vivace intelligenza traspariva dagli sguardi attoniti e stupiti, dai sorrisi sui loro volti, dalle manine che prontamente si muovevano sugli schermi.
Il potere formativo di tali uscite didattiche sulle giovani menti è sorprendente ed é, per questo, che la nostra scuola dell’infanzia offre, più di una volta all’anno, la possibilità di vivere giornate in outdoor di vario genere con tutte le sezioni.
Teresa Picone