Ispirati dalla figura del Piccolo Principe, un classico della letteratura mondiale capace di affascinare ogni generazione, si sono svolti i primi due intensi incontri con i genitori presso la nostra scuola.
Ognuno prendeva posto mentre già iniziava a conoscere le attività fatte in classe nelle prime settimane, attraverso le foto dei bambini proiettate al monitor: i giochi in giardino, le attività di gruppo, le prime uscite didattiche…
Difficile definire questo termine così profondo ma, certamente, non è una attenzione momentanea, né un fatuo interessamento, non è neanche un’azione ma un modo d’essere coinvolti in ogni progetto, in un processo: c’è qualcosa che manca, di ancora incompiuto che può essere colmato solo con la partecipazione di tutta la persona che acquisisce, nel tempo, la cura come uno stile di vita.
Per presentare questa generica tematica le insegnanti si sono soffermate su tre sue declinazioni: l’accoglienza, la pazienza e la relazione. Nel primo trimestre il personaggio dell’aviatore, contenuto nel Piccolo Principe, aiuterà ciascuna classe a capire come l’ascolto, l’empatia e la dolcezza siano le strategie vincenti per creare un contesto sociale inclusivo e partecipativo.
Nei mesi di gennaio, febbraio e marzo, l’emblema della rosa, essere delicato e affascinante, condizionerà il gruppo classe al lavoro di cura, a tappe, con laboratori sensoriali e manuali come l’orto didattico o l’atelier delle rose. Negli ultimi mesi dell’anno, invece, quando la maggior parte degli obiettivi della progettazione saranno stati raggiunti, le giornate saranno rivolte al potenziamento delle competenze sociali e civiche: comprensione del valore delle relazioni amicali, partecipazione ad attività collettive (olimpiadi dell’amicizia, caccia al tesoro, ecc.), accrescimento del senso di responsabilità.
Dopo questa prima fase di esposizione frontale del progetto didattico ai genitori, divisi in sottogruppi, le insegnanti hanno presentato una dinamica che, alla richiesta di disegnare una casa, lasciava poi emergere le azioni di cura tipiche di una famiglia: bacio della buonanotte, abbraccio di gruppo, pranzo della domenica; questi amorevoli gesti danno vita a routine sane e rassicuranti non solo per i bambini ma per tutti gli abitanti della casa.
Solo, alla fine, le insegnanti hanno utilizzato quella stessa metafora per mostrare come anche la scuola, attraverso il suo personale e le metodologie didattiche utilizzate, mette in campo tutte le azioni di cura che consentono a ciascun bambino e bambina, nella propria specificità, di sentirsi in un posto sicuro e accogliente, dove potersi esprimere in libertà e nel rispetto dell’altro. Una scuola che vede l’accoglienza come base e la scoperta come porta di connessione con il mondo esterno, che fa dei campi di esperienza (Il sé e l’altro, Il corpo e il movimento, Immagini-suoni-colori, I discorsi e le parole, La conoscenza del mondo) quegli ambienti che caratterizzano l’edificio. A copertura della casa un tetto con la voce Alto/Altro per ricordare l’impegno della nostra scuola cattolica di incarnare la Lieta notizia con fiducia e speranza, formando le nuove generazioni ai santi valori cristiani come il perdono, il rispetto e la carità.
In un clima di forte partecipazione l’incontro si è concluso con una preghiera e con l’affidamento a Maria di tutte le nostre famiglie.
Teresa Picone

